Sono un eversivo?

Il 13 ottobre veniva a mancare Dario Fo, celebre drammaturgo ed attore italiano e per una strana coincidenza lo stesso giorno, il cantante americano Bob Dylan riceveva il Nobel per la letteratura, il prestigioso riconoscimento che anche il nostro connazionale aveva invece ricevuto nel 1997. In quei giorni ascoltando la radio mi hanno particolarmente colpito le parole di un opinionista che definiva le similitudini tra questi due straordinari personaggi, qualificandoli come personaggi “eversivi”, per la loro capacità di andare oltre i canoni di “normalità”, interpretando in modo originale e fuori dagli schemi, il loro essere, musicisti, narratori, attori teatrali e soprattutto narratori moderni di una società complessa.
Riportare nell’ambiente lavorativo il concetto di  “eversivo” è qualcosa di strano ma che secondo me può rappresentare in modo interessante degli atteggiamenti e delle prese di posizione non convenzionali. Voglio da subito sedare ogni dubbio, che non sto pensando a nulla che ha che fare con posizioni politiche o posizioni estreme per la rivendicazioni di diritti, che nell’accezione comune sono associate molto frequentemente alla parola eversivo. (Il movimento di matrice eversiva… solo per fare un esempio).
Come si può essere eversivi in azienda, alcuni esempi molto semplici:
1)      Nello sviluppo di una strategia aziendale significa pensare anche a protocolli di azione che sono “insoliti” per il settore o mercato di riferimento e/o la creazione di attività che esulano dal business aziendale. (Forse uno degli esempi più celebri è il giocattolo dentro l’ovetto kinder, che alla fine serviva per vendere la cioccolata)
2)      Nella creazione di nuovi prodotti, significa non pensare al prodotto che si sta cercando di sviluppare, ma piuttosto ad applicazioni intelligenti che si possono replicare per rendere più appetibile la soluzione già esistente (recente ma significativa è quella delle cuffiette wireless per telefonino, quando da tempo esistevano già le cuffie).
3)      Nel rapporto con un cliente, significa non strettamente pensare a prodotto, prezzo, strumenti di marketing, ma invece a creare qualcosa di interessante per il cliente che poi per proprietà transitiva tornerà utile a noi (un esempio sono le quotidiane attività degli agenti per portare un utilizzatore finale ad acquistare da un potenziale distributore per acquisirlo come cliente finale).
4)      Nel rapporto con i colleghi è l’atteggiamento di chi usa schemi anche non convenzionali di comunicazione per favorire l’interazione e la trasmissione di significati, che altrimenti difficilmente si trasmetterebbero. Pensiamo a protocolli rigidi di informativa come possono essere superati con strumenti “eversivi” come i gruppi WA.
L’essere eversivo nel mondo lavorativo è uno stato mentale, sempre alla ricerca della novità o del modo più originale, per proporre un’attività o promuovere un prodotto. Un continuo processo di ricerca, che trova spesso fonte nell’osservare in modo attento e critico il mondo che ci circonda con la capacità di individuare, episodi, situazioni, modalità intelligenti ed efficaci da replicare nella nostra sfera personale, nelle nostre attività lavorative, nei nostri rapporti.

Questa attitudine fondamentale ovviamente VA nutrita per non essere fine a se stessa o esclusiva fonte di autocompiacimento, ma piuttosto un ingrediente additivo alle operatività quotidiane, che essendo sempre pressanti ed impellenti non possono prescindere da tante operazioni automatiche, ripetitive e poco “eversive”… 

Condividi sui social:

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su email
Email
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su whatsapp
WhatsApp

NB: i commenti sono tutti sottoposti a moderazione, quindi non saranno immediatamente pubblicati.